Anniversario Giorgia Zuccaro

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In questi giorni in tre punti di Brindisi (via del mare – via ponte ferroviario – via s.angelo) troneggia un grande manifesto di una bella ragazza sorridente. Non è un manifesto pubblicitario, come si potrebbe pensare a prima vista. Giorgia Zuccaro sorride da quel manifesto, ma dal 5 giugno del 2011 giace in un loculo buio e stretto perché un criminale l’ha condannata a morte.

In occasione del terzo anniversario della sua morte la famiglia Zuccaro, sostenitrice della nostra associazione, ha scelto un modo singolare per ricordarla. Appunto, questi grandi manifesti dai quali Giorgia sorride, ma allo stesso tempo lancia il suo urlo silenzioso per chiedere ancora una volta giustizia per tutte le Vittime della strada.

Di seguito un breve brano riguardante la storia di Giorgia, tratto dal libro “Vite spezzate. Lettere dal cielo”

“…Oggi è il 4 Giugno 2011 e con finto entusiasmo mi sono preparata per andare a festeggiare il battesimo della nipote del mio ragazzo. Anche questa sera, tanto per cambiare, abbiamo litigato furiosa-mente. L’ultimo degli innumerevoli litigi avvenuto davanti agli occhi di tutti. Sono stanca, voglio lasciarlo, non ne posso più di questa vita fatta di litigi e incomprensioni. Ho deciso questa storia deve assolutamente finire, non posso trascorrere il resto dei miei giorni con una persona che mi impedisce anche solo di respirare. Lui uccide la mia solarità, la sradica completamente e ogni giorno divie-ne uguale all’altro, lo vivo per inerzia e priva d’entusiasmo. Questa sera, poi sto male solo a guardarlo, poiché durante la cena ha bevu-to moltissimo. È ubriaco, ho paura. Telefono alla mamma, ho bisogno di sentirla, tranquillizzarla, ma non riesco nell’intento poiché sono veramente svilita, delusa, disillusa, affranta; le ultime parole che pronuncio tra le lacrime al telefono e dirette a lei, sono state: «voglio morire, ma non vi preoccupate per me, è solo uno sfogo dettato dalla stanchezza mentale per una situazione protratta nel tempo a fatica». La mamma rimane interdetta, dinanzi alle mie parole, vuole venire a prendermi e riportarmi a casa, ma io accorcio il tiro dicendole che mi farò riaccompagnare a casa dalla sorella di lui, dato che non è assolutamente in grado di guidare.
Così non è stato…non sono mai più tornata a casa… Il 5 Giugno alle due e quaranta la mia vita è stata spezzata per sempre, sono stati in un attimo cancellati i miei sogni e gettato altre vite nello sconforto più nero….”